“Ascolta, figlio, i precetti del maestro, porgi attento il tuo cuore, ricevi di buon animo i consigli di un padre che ti vuol bene e mettili risolutamente in pratica, per ritornare con la fatica dell’obbedienza a Colui dal quale ti eri allontanato per l’accidia della disobbedienza.” E’ questo invito, che apre il prologo della Regola di San Benedetto, che l’oblato benedettino, come il monaco, sente rivolto a sé, riconoscendosi nell’operaio ricercato dal Signore, perché capace di rispondere ‘Io’ alla domanda da Lui rivolta alla moltitudine: “Chi vuole la vita e desidera che i suoi giorni trascorrano beati?”
(R.B. prol., 14-16).
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L’oblato benedettino secolare è “il cristiano, uomo o donna, laico o chierico che, vivendo nel proprio ambiente familiare e sociale, riconosce e accoglie il dono di Dio e la sua chiamata a servirlo, secondo le potenzialità ed esigenze della consacrazione battesimale e del proprio stato; si offre a Dio con l’oblazione, ispirando il proprio cammino di fede ai valori della S. Regola e della Tradizione spirituale monastica”
(Statuto degli oblati benedettini secolari italiani, art. 2)
Giuseppe Velasco, 1808:
"San Benedetto e la presentazione dei Santi Mauro e Placido" Chiesa del SS. Salvatore, Noto (Sr)
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